Il caso Cambridge Analytica, esploso all’inizio del mese di marzo, ha spinto l’opinione pubblica internazionale a interrogarsi sul ruolo e l’influenza di Facebook nella società digitale contemporanea. Il recente scandalo ha portato alle dimissioni dei vertici della società Cambridge Analytica e ha posto sotto enormi pressioni sia il responsabile della sicurezza di Facebook, Alex Stamos, che il CEO della società Mark Zuckerberg.

La gravità delle conseguenze per Facebook, però, non è ancora così chiara e nei prossimi mesi la piattaforma continuerà a essere al centro del ciclone mediatico che la vede sul banco degli imputati con l’accusa di non aver saputo tutelare adeguatamente i dati dei propri utenti. Inoltre, entro il 25 maggio 2018 la piattaforma dovrà assicurare standard elevati nella protezione della privacy dei suoi utenti conformi ai dettami del GDPR.

Nonostante le violazioni dei termini di servizio commesse da società come Cambridge Analytica riguardanti la raccolta, la gestione e la commercializzazione poco trasparente dei dati, sul social network vengono perpetrati da alcuni utenti altri comportamenti illegali che possono causare un notevole danno a cittadini e imprese.

In particolare, i fenomeni trattati in questo articolo riguardano il furto d’identità, la vendita di prodotti contraffatti e la pirateria online.

Furto d’identità

Stiamo parlando un fenomeno che colpisce sia gli individui che le imprese. Non sono rari i casi in cui, navigando sul social network, gli utenti si sono imbattuti in un profilo in cui comparivano le proprie immagini e in molti casi il proprio nome. In questi casi, oltre alla segnalazione tempestiva alla piattaforma è possibile effettuare una denuncia alla polizia postale per ottenere che vengano perseguiti gli autori del reato.

Per quanto riguarda le imprese, invece, è comune che alcuni utenti registrino profili e pagine simili a quelle ufficiali citando marchi famosi. Solitamente i gestori delle pagine illecite mirano a vendere prodotti contraffatti o ad aumentare la visibilità dei propri post.

Vendita di prodotti contraffatti:

Su Facebook esistono numerosi gruppi e pagine che operano da veri e propri supermercati del falso, in cui vengono venduti numerosi prodotti contraffatti dei brand più popolari.

L’apertura della piattaforma “Marketplace” all’interno di Facebook ha offerto a molti utenti una maggiore visibilità per vendere i propri prodotti.

Molti contraffattori hanno approfittato di questo nuovo mezzo per mettere in vendita i propri articoli e sono moltissime le inserzioni che contengono parole chiave quali “imitazione”, “parallelo”, ecc., volte ad identificare facilmente i prodotti fake.

Comprando su Facebook, i consumatori dovranno dunque prestare molta attenzione ai prodotti venduti e diffidare di prezzi troppo bassi o sconti sospetti. È auspicabile, inoltre, che la stessa piattaforma inizi a implementare nuovi meccanismi di controllo per limitare il fenomeno.

Per i titolari dei marchi una forma di tutela è rappresentata dalla possibilità di segnalare questi contenuti illeciti direttamente a Facebook, compilando l’apposito form online. Solitamente i tempi di risposta della piattaforma sono rapidi e le violazioni eliminate nell’arco di alcuni giorni.

Diffusione illecita di contenuti protetti da copyright

Sono numerosi i gruppi in cui vengono postati quotidianamente link esterni e dirette streaming che riproducono illegalmente eventi sportivi, film e contenuti protetti da copyright. Alcuni gruppi in cui sono presenti questi contenuti hanno molto successo e sono seguiti da migliaia di follower.

Anche in questo caso, Facebook ha iniziato alcune attività di contrasto al fenomeno, soprattutto grazie all’acquisizione nel 2017 della società Source3 con lo scopo di identificare automaticamente i contenuti protetti da copyright. Come per la contraffazione, i titolari del copyright hanno la possibilità di segnalare autonomamente i contenuti illeciti sfuggiti al controllo della piattaforma.

In conclusione, nonostante gli sforzi sostenuti dalla società di Mark Zuckerberg, restano sul social network molte zone d’ombra sfruttate da contraffattori e utenti in mala fede per perpetrare comportamenti illegali. In questa fase, per raggiungere una situazione di maggiore legalità, occorrerà lo sforzo congiunto di titolari dei diritti, utenti e Facebook stessa.