Solitamente, arrivare a definire l’insieme delle operazioni necessarie per tutelare l’integrità e la reputazione di un brand può risultare un obiettivo complicato, soprattutto nel momento in cui la diffusione dei propri prodotti raggiunge una scala globale. Una presenza sui mercati esteri, infatti, implica diversi oneri in questo senso, come per esempio l’obbligo di interfacciarsi con una moltitudine di ordinamenti giuridici differenti, al fine di conseguire la registrazione dei propri diritti di proprietà intellettuale presso gli uffici competenti. Parallelamente, si manifesta la necessità di tenere sotto controllo una crescente gamma di mercati, fisici e virtuali, ognuno dotato delle proprie specificità.

Uno strumento molto utile per iniziare a pianificare le proprie attività di monitoraggio e anticontraffazione è sicuramente la “Review of Notorious Markets for Counterfeiting and Piracy[1], conosciuta anche come “Notorious Market List” (NML). Realizzata e distribuita con cadenza annuale dall’Ufficio del Rappresentante del Commercio del governo degli Stati Uniti d’America sin dal 2006, la NML fornisce una panoramica dello stato della tutela dei diritti di proprietà intellettuale a livello globale, nei principali ambiti di applicazione del tema. Per quanto riguarda l’edizione 2020, per esempio, il report è strutturato in tre sezioni principali: in primis, si prende in esame la correlazione tra lo sviluppo del canale e-commerce e l’aggravarsi dei fenomeni della contraffazione e della pirateria. In seguito, viene effettuato un focus sui principali sviluppi positivi in tema di lotta al fenomeno sul piano internazionale. Infine, l’ultima sezione, di gran lunga la più corposa, è composta da un’analisi articolata dei principali mercati nel mondo, sia fisici che online, che ospitano i più significativi focolai di contraffazione e pirateria.

LE CONCLUSIONI DEL REPORT: PROGRESSI RILEVANTI, UNA LUNGA STRADA DA PERCORRERE

La panoramica che emerge dalla NML è imperniata sul carattere trasformativo insito nel fenomeno di espansione globale dei marketplace online, anche per ciò che riguarda la tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Per quanto l’e-commerce abbia senza dubbio funto da volàno dell’espansione dei mercati internazionali, viene rimarcato come esso rappresenti un mezzo privilegiato per la diffusione di prodotti falsi e/o piratati; l’incorporeità del medium ha reso sensibilmente più complesse, tanto per i brand owner quanto per le autorità, le azioni di indagine ed enforcement nei confronti degli autori di attività illegali. I contraffattori sfruttano i canali informatici per operare agevolmente al di là dei confini nazionali e occultare le proprie operazioni illecite tramite una vasta gamma di tattiche e stratagemmi in continua evoluzione, mantenendo al contempo un alto grado di visibilità per poter attirare la domanda di potenziali compratori. Tuttavia, il report evidenzia come, nel corso degli anni, si stia progressivamente acquisendo una maggiore consapevolezza del problema, tanto dal lato dei privati (brand owner e piattaforme di e-commerce) che da quello dei decisori nazionali e internazionali; la particolarità delle sfide emerse nel contesto della pandemia di COVID-19 ha certamente introdotto degli elementi di complessità inediti, che però non hanno fermato l’azione pubblica. Nel 2019 si è pertanto assistito a numerose operazioni di polizia condotte in tutto il mondo, dalla Cina al Brasile, passando per il Regno Unito, che hanno condotto all’arresto di decine di individui operanti in maniera illecita, al sequestro di centinaia di migliaia di falsi, e alla chiusura di centinaia di website veicolanti materiale audiovisivo piratato.

PRESENZE FISICHE, PRESENZE VIRTUALI

La sezione più corposa del report riguarda la lista vera e propria dei principali hub della contraffazione esistenti nei vari paesi, sia fisicamente, sia sulle maggiori piattaforme di e-commerce. Essa può rappresentare un utile strumento di orientamento ai fini dell’impostazione di una strategia anticontraffazione, aiutando a definire la priorità di intervento nei contesti più a maggior rischio di attività illecite. La maggior parte delle presenze più significative è localizzata nel continente americano (Argentina, Brasile, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù) e in Asia (Cambogia, Cina, India, Indonesia, Malaysia, Filippine, Vietnam). Nell’elenco si alternano piattaforme divenute celebri negli anni e sinonimo di contenuti illeciti, come ThePirateBay, ad altre meno comunemente associate al fenomeno, come alcuni dei domini europei di Amazon (amazon.it, amazon.fr, amazon.co.uk, amazon.de, amazon.es). Fra questi, la Cina rappresenta ancora oggi un contesto favorevole per attività di contraffazione e pirateria: la NML riporta numerosi esempi in tal senso, sia dal lato fisico che da quello online; le merci di provenienza cinese, sequestrate dalle autorità doganali statunitensi nel corso del 2019, ammontavano a più dell’80% della quantità e più del 90% del valore economico totale. Importanti siti di contraffazione e pirateria sono localizzati in alcune delle principali città del Paese, come il “Mercato della seta” di Pechino, lo “Xinyang Clothing & Gifts Plaza” di Shanghai e gli “Huaqiangbei Electronics Malls” di Shenzhen. Sul lato marketplace, alcune delle piattaforme identificate come “notorious markets” sono dei capisaldi dello spazio internet cinese, come Baidu, Taobao, DHgate, Pinduoduo e Weidian.

È importante sottolineare l’evidenza, tanto da parte delle autorità quanto dalle principali aziende cinesi (in primis il gruppo Alibaba) di una ferma intenzione a presentarsi come attori responsabili e inequivocabilmente schierati a fianco dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale, pronti a individuare eventuali focolai, colpendo e sanzionando i soggetti responsabili. Come abbiamo già visto in altri articoli, la grande maggioranza delle piattaforme online (marketplace e social network) ha da tempo messo in campo una varietà di sistemi dedicati all’individuazione ed al contrasto dei tentativi di sfruttamento illecito di diritti di proprietà intellettuale da parte di attori in malafede.

Documenti come la Notorious Market List possono fornire degli importanti spunti al fine della definizione di una strategia anticontraffazione e antipirateria, utile per individuare le principali minacce all’integrità e alla reputazione del proprio brand esistenti sui mercati internazionali. Tuttavia, l’efficacia degli aspetti formali e operativi di tali strategie è massimizzabile solo tramite l’ausilio di un team resiliente ed esperto, capace di orientarsi nell’eterogeneità e nella mutevolezza di questo contesto.

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[1] “2020 Review of Notorious Markets for Counterfeiting and Piracy”, Office of the United States Trade Representative, https://ustr.gov/sites/default/files/files/Press/Releases/2020%20Review%20of%20Notorious%20Markets%20for%20Counterfeiting%20and%20Piracy%20(final).pdf, ultimo accesso 14/06/2021