L’industria cinematografica

Per quanto riguarda il mondo del cinema e delle produzioni televisive, i danni provocati dalla pirateria sono stati evidenti per l’industria dell’intrattenimento sin dagli anni ’80 (potete trovare qui [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/03/12/sequestrate-oltre-mille-videocassette-pirata.html] un articolo che vi fa capire come siano cambiate le cose da quegli anni a oggi). Se inizialmente i pirati utilizzavano supporti fisici, come videocassette e DVD per rivendere le copie illegali, nel corso degli anni 2000 hanno iniziato a farsi largo le piattaforme p2p di file sharing. Come già evidenziato nell’articolo sulla pirateria musicale (che potete trovare qui), i protagonisti della pirateria dei primi anni 2000 sono state le piattaforme come eMule, Limewire e i siti di download di file Torrent, quali thePirateBay e molti altri.

Nel corso dell’ultimo decennio, approfittando di una maggiore velocità delle connessioni a disposizione degli utenti, sono nati numerosi siti di streaming illegale che proponevano gli ultimi episodi di serie tv e i film appena usciti.

Il contrasto a questo fenomeno ha visto diverse azioni da parte delle autorità per ottenere l’oscuramento di questi siti sul territorio italiano. Tuttavia, i website oscurati rinascono periodicamente sotto altri nomi e domini Internet.

Inoltre, con la nascita delle piattaforme di streaming (es. Youtube, Vimeo, ecc.), numerosi utenti hanno utilizzato le suddette piattaforme per pubblicare film e serie tv protette da diritto d’autore. La reazione dei provider in molti casi si è dimostrata efficace (con un controllo preventivo sui contenuti e una reazione immediata alle segnalazioni ricevute), anche se, ad oggi, numerosi contenuti illeciti risultano ancora disponibili e facilmente raggiungibili sulle principali piattaforme di streaming.

Tuttavia, con uno sviluppo parzialmente analogo a quello dell’industria musicale, sono apparse negli ultimi anni numerose piattaforme di streaming legale (Netflix, Amazon, Prime Video, Disney+ ecc) a prezzi accessibili e con un’ampia selezione di titoli, causando una diminuzione di appeal per i website pirata.

In contrasto con il fenomeno della pirateria musicale, la fruizione di film pirata è ancora molto diffusa e provoca una perdita di PIL nei soli Stati Uniti compresa tra i 47.5 e 115.3 miliardi di dollari ogni anno[1].

Questo è in gran parte dovuto al fatto che la maggior parte degli utenti, non sottoscrivendo abbonamenti a tutte le piattaforme di streaming, spesso sceglie di “scaricare” o visionare illegalmente i contenuti a cui non può avere accesso tramite il proprio servizio.

Per questo motivo, nonostante, un gran numero di film sia facilmente accessibile in modo legale, la pirateria non è stata completamente sconfitta.

Tuttavia, è innegabile che il fenomeno si stia contraendo e sono sempre meno gli utenti che scelgono di visualizzare film pirata, rischiando di accedere a website poco sicuri. Una recente indagine di Statista (reperibile qui [https://www.statista.com/statistics/1092503/pirate-content-viewers-worldwide/]) ha infatti evidenziato come dal 2016 al 2019 ci sia stata una costante decrescita nel numero di persone che dichiaravano di aver visto un film pirata nel corso dell’ultimo mese (dal 10% al 4%).

Come intervenire

Come indicato nell’articolo sulla pirateria che colpisce il settore dell’editoria, anche in questo caso, le strategie per contrastare il fenomeno sono le seguenti.

  • Rivolgersi alle autorità (principalmente Polizia Postale o Guardia di Finanza) o sperare in azioni proattive da parte di queste ultime.
  • Richiedere supporto a una società in grado di individuare efficacemente i contenuti illeciti, monitorare la comparsa di eventuali nuovi contenuti illegali e di rimuovere gli stessi attraverso segnalazioni agli internet service provider. Per avere maggiori informazioni sulle procedure sopraindicate, è possibile inviarci un messaggio attraverso il nostro form dei contatti o scriverci una mail a protection@argobs.com.

[1] https://www.forbes.com/sites/niallmccarthy/2019/06/26/pirated-video-gets-viewed-over-200-billion-times-a-year-infographic/#36bfd11d2bcf